Pellet, prezzi raddoppiati. Ecco perché è più caro e dove trovarlo col miglior rapporto qualità prezzo
L’aumento del costo del pellet è superiore al 100%: dal raddoppio del prezzo, in questi giorni stiamo assistendo a un’ulteriore salita. Lo squilibrio fra domanda e offerta all’inizio della stagione termica ha portato a questa speculazione sui prezzi. Nonostante questi aumenti, il pellet rimane un’opzione economica e sostenibile per riscaldare la casa. Altroconsumo ti aiuta a trovare le migliori stufe a pellet e i pellet con il miglior rapporto qualità prezzo.

Tempi duri anche per tutti coloro che possiedono una stufa a pellet o per chi sta valutando di acquistarne una. Le bollette proibitive di gas e luce e i salatissimi scontrini del supermercato non sono abbastanza: a gravare sulla stagione fredda sarà anche il rincaro eccezionale del costo del pellet. L’aumento, superiore al 100%, è dovuto ai costi di energia per produrre il pellet (essiccato, triturato e compattato da legna vergine) e agli altissimi costi di distribuzione. Il costo del sacco da 15 kg di pellet è raddoppiato rispetto allo scorso anno, passando da 5 euro a 10 euro. Calcolatrice alla mano, per riscaldare un appartamento da 100 metri quadrati, una famiglia spenderà oltre 1.300 euro nel 2022-2023, ovvero il doppio, rispetto all’anno precedente. Inoltre, i rivenditori segnalano che per la prossima stagione ci sarà una disponibilità inferiore del 25-30%. E in questi giorni stiamo assistendo a un’ulteriore salita: alcuni sacchetti da 15 kg vengono venduti a 14 euro: siamo quindi vicini al picco di 300% di aumento.
Cosa sta accadendo
La scarsità di gas, ha portato Stati come Slovenia, Germania e Austria, paesi da cui dipende l’Italia per l’approvvigionamento, a fare incetta di pellet. Nel contempo, sono diminuite fortemente le esportazioni, soprattutto in Italia. All’inizio della stagione termica quindi, lo squilibrio fra domanda e offerta ha portato a questa speculazione sui prezzi. All’aumento della domanda si sono inoltre aggiunti altri fattori che hanno contribuito a questo vertiginoso aumento. Lo scorso aprile, Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali, aveva già fotografato la situazione, nel dettaglio:
• Nel Nord-Ovest, per i sacchetti da 15 chili i prezzi oscillavano da un minimo di 4,94 euro fino a un massimo di 8,05 euro.
• Nel Nord-Est la situazione non si discostava di molto: da 4,62 euro fino a un massimo di 8,88 euro.
• Nel Centro e al Sud il pellet era invece più economico, mentre nelle isole arrivava a costare fino a 9,52 euro.
Altroconsumo sta portando avanti un’ indagine sui costi in diverse città italiane che sarà presto disponibile.
Perché il pellet ha subito un aumento così importante
Ci sono diverse ragioni per le quali il prezzo del pellet è alle stelle e ha subito un rincaro così rapido e così importante. Naturalmente, non si può prescindere dalla crisi energetica causata dal persistere del conflitto tra Russa e Ucraina, principale fattore che ha provocato la brusca impennata. Per l’approvvigionamento, l’Italia è dipendente da altri paesi da cui importa il pellet che però deriva da scarti di lavorazione del legno provenienti dalla Russia, dall’Ucraina e dalla Bielorussia.
Inoltre, con l’aumento in tutto il mondo dei prezzi del gas naturale, in Italia anche il mercato del pellet ne sta risentendo: per risparmiare sui costi del gas, infatti, molti italiani hanno preso la decisione di investire in una stufa a pellet per provvedere al riscaldamento della propria casa. Ma questo ha fatto aumentare in maniera esponenziale la richiesta del pellet, il combustibile delle stufe. Molti produttori quindi, per poter accogliere un aumento di tale portata della domanda, stanno privilegiando il mercato interno facendo lievitare i costi.
Infine, tutti i prodotti di consumo sono in aumento a causa dei costi del trasporto. Con il prezzo esagerato dei carburanti, anche il prezzo finale dei prodotti ha una tendenza sempre maggiore al rialzo.
Una scelta economica e sostenibile
Nonostante i rincari, scegliere di riscaldare le proprie case con una stufa a pellet rimane comunque una scelta economica oltre che amica dell’ambiente: la produzione di emissioni di anidride carbonica è decisamente inferiore rispetto all’utilizzo di GPL o di gas naturale. Il valore ecologico è effettivo, non solo per la riduzione delle emissioni di CO2 e di polveri sottili, ma anche perché il pellet, soprattutto quello di buona qualità, non avendo additivi chimici o sintetici ed essendo 100% naturale, può essere smaltito in giardino, disseminando le ceneri e utilizzandole come fertilizzante naturale.
Fonte:Altroconsumo